mercoledì 26 aprile 2017

Made in Italy: io ci credo !!

La nota passione degli italiani per i motori, è terreno fertile per una serie di considerazioni di tipo economico, molto semplici e a mio avviso, azzeccate.
L’Eurozona è stato un fallimento. Non era possibile far convogliare sulla stessa strada nazioni economicamente diverse come Svezia/Germania e Grecia/Portogallo.
La Merkel dice che “La Grecia non doveva entrare in Europa”, ma se non ci fosse stata la Grecia,  “l’ultima” sarebbe stata un’altra… piuttosto dicesse che è stato un errore l’Euro (fortemente voluto dai tedeschi)
E senza rivangare la mondiale antipatia che questo popolo risveglia in ognuno di noi, ci troviamo, (per le politiche economiche e fiscali europee), con la nostra penisola INVASA di auto e moto tedesche.
Immatricolate in Germania (dove sono prodotte per i tedeschi e, giustamente, vendute a meno che all’estero) e importate in Italia. Nulla da dire sulla qualità: solide, moderne, sicure. Tristi, fredde, anonime.
Noi portiamo i nostri figlie nipoti a vedere cartoni animati (vedi CARS , CARS 2 etc) in cui le macchine veloci parlano italiano, sono ambientate in italia, si parla di Ferrari…. E poi? I ventenni di oggi sbavano per una Audi A1 che fa schifo? Che non ha storia , non ha fascino?
Un pò per scelta, un pò per tradizione, ma molto per istinto, ho avuto la fortuna di poter acquistare sia una Moto Guzzi che una Alfa Romeo, entrambe costruite al 100 % in italia (Mandello del Lario e Mirafiori).
Sono contento. Hanno un’anima. E ho dato un piccolo contributo al Made in Italy, in quanto ci credo.
Rimanendo in ambito motoristico, la passione per i motori, per le corse, “mettere il cuore” in un pezzo meccanico è nata in Italia e questo non può essere copiato, migliorato dai crucchi.
La 500 è l’auto più bella del mondo, il miglior restyling che si possa immaginare, e la 500 L , che non mi piace, ha comunque quel “non so che” che richiama gli anni d’oro di “La Dolce Vita”…
Marchionne decide proprio in queste ore di produrre la sportivissima 4C (in foto) interamente in Italia. Perfettamente in linea con quello che mi aspettavo.
Dobbiamo produrre e consumare per noi, valorizzare il nostro prodotto ed esportarlo a prezzo più alto. E questo vale per vino, cibo, moda, arredamento, ma anche cultura, musica e scienza.
E’ sano nazionalismo, attendere che si diffonda un sentimento comune di amore verso il nostro paese e quello che può fare, combattendo la diffusa rassegnazione e lo storico complesso di inferiorità nei confronti degli stranieri.
Nel momento di crisi che ci attanaglia,  mi ha fatto enorme piacere sentire la notizia che quest’anno “gli italiani sono ritornati nei campi a raccogliere i pomodori”.
Il segreto a mio avviso è lì: tornare a produrre e consumare, per noi in primis, in attesa di una probabile fine della Eurozona, con i pro e i contro che ci attendono. Ma almeno è un passo in avanti.
Ed io ci credo.
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